Campane della Valtellina
e della Valchiavenna
Fonditori
Fonditori lorenesi di campane in Valtellina e Valchiavenna
di Guido Scaramellini
La presenza nelle nostre chiese di campane fuse da mastri tedeschi o francesi non deve far pensare che esse siano state importate da quelle regioni. Furono invece eseguite nelle nostre valli da fonditori provenienti di là, i quali giravano l'Europa per lavoro, talvolta fermandosi, più o meno a lungo, in una zona. Si capisce così perché, ad esempio, a Chiavenna, nel 1832, si restaurava il tetto, che copre uno spazio comunale a lato del fabbricato della Chiesa Parrocchiale, ed ove esiste il forno per la fusione delle campane. Le officine fisse erano rare; del resto la gente dei vari paesi teneva a controllare la fusione delle campane con i propri occhi per verificare la quantità e la qualità dei metalli impiegati, soprattutto nel caso ricorrente di rifusione e recupero del metallo.
In Valtellina e Valchiavenna, oltre a campane fuse da mastri dell'area italiana e tedesca, altre furono eseguite da artigiani della Lorena (Lorraine), la regione francese, oggi dipartimento di Meurthe-et-Moselle, dove tale attività fu particolarmente viva ed esportata in ogni provincia, in Germania, Austria, Olanda, Svizzera, Italia.
Campana della chiesa della SS. Trinità di Teregua (Valfurva)
Quei fonditori lasciavano le loro famiglie di norma al mercoledì delle ceneri e rientravano verso Ognissanti, rimanendo lontano per sette-otto mesi, cioè due terzi dell'anno. In vari casi tuttavia si anticipava o si posticipava di qualche mese, a seconda dell'andamento delle stagioni e delle necessità. Viaggiavano a piedi o a cavallo, spesso accompagnati da uno o due soci. Nel loro bagaglio un compasso, una piccola riga detta brochette, stampi per ornare le campane e null'altro.
A parte Giovanni de Moleno fu Giovanni di Besançon nella Francia Contea (Franche-Compté), a sud della Lorena, che lasciò due campane a Mese, troviamo il lorenese Claudio della Pace, che esegue tre campane a Madonna di Tirano nel 1578. I De la Paix erano originari di Huilliécourt (Haute-Marne nel Bassigny), che fu la capitale dei fonditori lorenesi di campane. In particolare Claude è là attivo nel 1580.
Oltre ad Enrico, non meglio precisato (Iohannes Henrichus de Lorene), che fuse a Piuro nel 1598, sono documentati tre fonditori francesi: Giovanni Andrico, Nicolò Hutilelio e Nicolò Banilio, autori nel 1596 di tre campane per Sazzo. Potrebbero essere pure loro lorenesi, ancora di Huilliécourt, se corrispondono rispettivamente a Jean Hanriot, attivo in patria nel 1596, 1600, 1608, a un Hutinet, di cui si conosce solo Claudio, sposato a Suzanne de la Paix, la famiglia di fonditori, e a Nicolas Baily, documentato nel 1597, 1605, 1607.
Particolare della Crocifissione sulla campana della chiesa
della SS. Trinità di Teregua (Valfurva)
Gli altri mastri rintracciati appartengono alle famiglie Garnier e Priquay. Della prima è Nicolò, presente ad Albosaggia e forse a Sondrio nel 1638; della seconda è Giovanni fu Nicolò, abitante a Morbegno, che fuse cinque campane nel decennio 1639-49: a Monastero con Carlo Boneville, ad Albosaggia, Tirano e Morbegno. Alla famiglia Priquay appartiene probabilmente il Girolamo di Lorena, abitante a Morbengo, che fuse due campane per il convento cappuccino di Chiavenna nel quinto decennio del '600.
Quanto al citato Giovanni di Besançon, egli è omonimo di un fonditore al servizio del duca di Borgogna nel 1438. Ciò fa ricordare che i fonditori di campane non furono estranei alla preparazione di cannoni per i vari eserciti. Si spiega così perché sulle campane capita di trovare dei cannoni come motivo ornamentale. I fonditori di campane erano molto spesso fonditori di metallo in genere e fabbricavano i più svariati oggetti in rame e in ghisa, pompe ordinarie e per incendi, oltre a cannoni di bronzo.
La famiglia Garnier è nota anche in Lorena. Ad esempio, François Garnier, insieme con Jean Voitier e Honorez Rosier, il 6 ottobre 1618 fondeva una campana ad Alinchtum (Pas de Calais). Lo stesso, che è detto illetterato, si impegnava nel 1614 a rifondere una campana piccola a Saint Cyr de Sagré, nel 1623 ne eseguiva un'altra a Saint Cyr (Vienne), dieci anni dopo una terza piccola con Jean Garnier, infine una quarta a Domène nell'Isère.
Marchio del fonditore (Nicolò Garnier) sulla campana della
chiesa della SS. Trinità di Teregua (Valfurva)
Dalla famiglia Boneville, nota anche come Bonnevie, a cui apparteneva Carlo, impegnato a Monastero di Berbenno con Giovanni Priquay, potrebbero essere derivati i Bonavilla, fonditori di campane a Milano nei secoli scorsi e anche nelle nostre chiese in Valtellina e Valchiavenna.
Il ritrovamento di una campana eseguita da un mastro lorenese sotto la rovina di Piuro nel 1639 (è l'unica tuttora conservata) innescò una contesa tra cattolici e protestanti, che si protrasse per quasi quarant'anni. In effetti, circa la proprietà di alcune campane, come queste di Santa Maria, i riformati avevano le loro buone ragioni, perché la campana era stata acquistata nel 1579, quando la chiesa era amministrata dai protestanti, che la usavano per il loro culto da quarant'anni. Fu per questo che essi ottennero dalla dieta di Ilanz il 27 giugno 1663 (7 luglio secondo il nuovo calendario) di cercare sotto Piuro le campane e di tenerle per la nuova chiesa di Castasegna. Là si stava organizzando un centro, anche per i protestanti chiavennaschi, non essendo più lecito in Valchiavenna professare pubblicamente quel culto in seguito al capitolato di Milano di quell'anno, né potendo risiedervi stabilmente i protestanti forestieri. La concessione di scavare anche ai protestanti suscitò le proteste dei cattolici, per cui la dieta del 2/12 novembre seguente fece sospendere le ricerche, in attesa di un riesame della faccenda. Si addiverrà a un accomodamento il 21 giugno (2 luglio) 1677, quando la comunità e la chiesa di Piuro sborseranno a quelli di Castasegna 24 filippi a perpetua tacitazione.
Certamente gli archivi valligiani potranno fornire altre testimonianze sulla loro attività, a cominciare dalla zona di Morbegno, dove i Priquay abitarono per anni.
Campana del Museo degli Scavi di Piuro
Elenco dei fonditori lorenesi attivi in provincia di Sondrio e realizzazioni note:
Fonti: