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Sistemi di suono

Slancio

Caratteristiche

Le campane montate secondo il sistema a slancio (detto anche a sbalzo) sono agganciate a un supporto di tipo leggero, privo di rilevanti contrappesi: si tratta infatti generalmente di una semplice trave orizzontale, lignea o metallica, dotata di perni. Questo tipo di installazione permette un'oscillazione della campana molto veloce, analoga a quella di un pendolo; tale moto fa sì che il battacchio, agganciato alla campana più in basso dell'asse orizzontale di rotazione, a causa della forza di inerzia compia un arco di oscillazione più ampio rispetto a quello della campana: per questo nella fase di rintocco va a colpire il bordo della campana sempre verso l'alto.
Per la sua semplicità di realizzazione, questo tipo di montaggio delle campane è più antico in assoluto: la sua invenzione viene fatta risalire all'introduzione stessa della campana nei territori europei come strumento sacro di richiamo (VIII/IX secolo). Da un punto di vista acustico viene anche considerato il migliore sistema di suono. Il rapido movimento della campana impedisce infatti al battacchio di permanere a contatto con il bronzo: ciò garantisce una risonanza libera, priva di smorzamenti, e un suono decisamente più prolungato.
A livello nazionale lo slancio è diffuso al centro e al sud della penisola e in alcune aree settentrionali di confine come la Val d'Aosta, il nord Veneto, il Tirolo e il Friuli. In questi ultimi tuttavia, lo slancio ha assunto delle caratteristiche che vanno a formare delle interessanti varianti, come lo slancio friulano e lo slancio tirolese.

La distesa e il plenum

Uno degli svantaggi del sistema a slancio è il fatto che esso non garantisce una diversificazione delle suonate: l'unico suono possibile, infatti, è quello della distesa, termine con cui si indica la semplice oscillazione di una o più campane per un dato tempo, generalmente nell'ordine dei minuti. Le suonate festive e solenni si possono dunque distinguere unicamente per la durata del suono o per il numero di campane impiegate: il suono simultaneo di tutte le campane è detto plenum (dal latino: completo, intero), mentre alle domeniche ordinarie e ai giorni feriali - a seconda dei luoghi - viene solitamente riservato il suono di un numero ridotto di campane.

Lo slancio in Provincia di Sondrio

In Provincia di Sondrio lo slancio prevale in Alta Valtellina, a causa della forte influenza che ha avuto nel corso della storia da parte della Svizzera (più precisamente del Cantone dei Grigioni) dove è molto diffuso; tuttavia si possono riscontrare alcuni concerti anche in Alta Valchiavenna e nella Media Valtellina. Infatti, per quanto riguarda la Valtellina, percorrendola da ovest verso est, a partire da Colorina (primo concerto a slancio, senza considerare il neo-concerto di Villapinta), si può notare una graduale comparsa dei concerti a slancio e una progressiva diminuzione dei concerti ambrosiani, fino ad arrivare oltre Stazzona (ultimo concerto ambrosiano) dove prevale totalmente lo slancio.
Non sempre i concerti (inteso come insieme di più bronzi, da non confondere con l'esecuzione solenne del sistema ambrosiano) montati a slancio possiedono tutti gli elementi intonati secondo la scala musicale maggiore (es. Do-Re-Mi-Fa-Sol); tuttavia in Valtellina rappresentino la maggioranza (come per esempo quelli di Grosio e di Mazzo di Valtellina), forse per l'influenza stessa dell'ambrosiano che prevede, per l'appunto, le campane in scala. Sono invece meno diffusi i concerti composti da particolari accordi, anche se in Valtellina se ne possano trovare alcuni esempi (fra cui citiamo quelli di Albosaggia e di Tresivio).

Componenti del sistema a slancio

  1. Campana
  2. Bocca
  3. Battacchio o battaglio: asta di metallo sospesa all'interno della campana per mezzo di una striscia di cuoio, detta maschereccio. Presenta all'estremità inferiore una sfera, sempre di metallo, che colpisce il bronzo nel cosiddetto punto di battuta. Per agevolare l'azione della forza d'inerzia e garantire il rintocco in volata, al di sotto della sfera può presentare un prolungamento dell'asta a forma di tronco di cono, detto peduncolo.
  4. Maniglie o trecce: riccioli bronzei situati sulla sommità della campana che permettono, tramite delle apposite sbarre in ferro e bulloni, di agganciare la stessa al ceppo. L'insieme delle maniglie forma la corona.
  5. Ceppo del sistema a slancio: trave in legno, oggi in metallo, dotata di perni a cui viene fissata la campana per consentirne l'oscillazione.
  6. Isolatore: parte in legno che impedisce la trasmissione delle vibrazioni prodotte dal suono della campana al ceppo e al castello; è assente se il ceppo stesso è di legno.
  7. Ruota: può essere posizionata a destra o a sinistra del ceppo. Nella sua gola scorre la catena del motore. Prima dell'elettrificazione (e in alcuni sistemi ancora oggi manuali) la ruota era sostituita da un'asta orizzontale ancorata al ceppo e a cui era agganciata la corda.
  8. Corda (nei sistemi manuali) o catena del motore (negli impianti automatizzati)
  9. Castello di sostegno: struttura che sostiene le campane (anticamente in legno, oggi costruita in metallo) inferiormente ancorata al campanile.

Per approfondire, leggi la pagina dedicata al sistema a slancio nel sito ufficiale dell'Associazione Italiana di Campanologia