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Sistemi di suono

Ambrosiano

Caratteristiche

Le campane montate secondo il sistema ambrosiano sono caratterizzate dalla presenza di un contrappeso alla sommità del ceppo che bilancia la massa del bronzo. Le oscillazioni risultano dunque molto più lente ed ampie rispetto al sistema a slancio e i rintocchi risultano maggiormente distanziati nel tempo. La lentezza del movimento costringe il battaglio, agganciato poco più in alto o allo stesso livello dell'asse orizzontale di rotazione della campana, a colpire il bronzo sempre verso il basso e ad aderire ad esso fino al tocco successivo.
L'ambrosiano nacque nei primi decenni del XVIII secolo nel milanese, quando nelle campane a slancio si cominciò a sostituire le aste in legno per il movimento con delle ruote che permettevano di manovrare le campane per una rotazione completa. Col passare del tempo e con l'accumularsi delle piccole modifiche fra cui appunto l'incremento della bilanciatura (realizzata, ad esempio, con un masso sagomato) si formò l'attuale sistema, tuttora caratteristico della Diocesi di Milano (detta infatti Ambrosiana, da cui deriva il nome del sistema) ma diffuso ormai quasi in tutta la Lombardia e nelle zone limitrofe, come in Piemonte e nello svizzero Canton Ticino.

La distesa e il concerto ambrosiano

Il suono più semplice e intuitivo del sistema ambrosiano è la distesa, che consiste semplicemente nella continua oscillazione di una o più campane per un dato tempo. Questo tipo di suono è solitamente riservato ai giorni feriali e alle domeniche ordinarie.
Seconda e peculiare modalità di suono è il concerto. Esso nasce dal fatto che, grazie all'elevato contrappeso, le campane possono raggiungere la posizione a bicchiere, ovvero con la bocca verso l'alto. Le campane, dapprima fatte oscillare con un'ampiezza via via maggiore, giungono alla posizione a bicchiere e di qui vengono fatte ruotare una alla volta, secondo dei determinati schemi, e poi riportate nuovamente in posizione verticale. Il movimento di ogni campana implica un doppio rintocco: uno in fase di discesa, cioè quando la campana, spinta dalla forza d'inerzia, tende a risalire dal lato opposto; e un altro durante la risalita, ovvero mentre la campana, inverito il proprio senso di rotazione, viene riposizionata in verticale. L'intreccio dei due rintocchi di ogni campana, distanziati fra loro da qualche secondo, dà luogo a particolari scale. Al termine delle scale (dette anche giri) le campane vengono fatte scendere e lasciate dondolare per inerzia, fino a quando raggiungono lo stato di riposo.
Solitamente il concerto è riservato alle feste e alle solennità, e prende perciò il nome di concerto solenne. Esiste infatti un altro tipo di suono simile, il concerto funebre, che si distingue dal primo per una durata maggiore delle pause (permanendo nella posizione a bicchiere, infatti, la campana non emette alcun suono) e per la rotazione singola di ogni bronzo.

Il suono a tastiera

Terza modalità di suono prevista dall'ambrosiano è quello a tastiera. Questo metodo si realizza grazie a un insieme di tiranti che collegano i battacchi, posizionati a qualche centimetro dal bordo della campana, a una grossa tastiera collocata nella cella campanaria. Premendo un tasto, il batacchio ad esso collegato viene tratto contro il bronzo, riproducendo così un rintocco. Funzionando similmente a un pianoforte, dunque, la tastiera permette di realizzare vere e proprie melodie, generalmente eseguite per allietare le feste maggiori. A causa dell'elettrificazione molte tastiere sono state smontate o dismette e spesso sono state sostituite da elettropercussori che, posti a fianco di ogni campana, riproducono carillon vagamente somiglianti a quelli realizzati tramite la tastiera.

L'ambrosiano in Provincia di Sondrio

In Provincia di Sondrio l'ambrosiano prevale in Valchivenna e nella Media-Bassa Valtellina, anche se in entrambi i territori vi si trovano alcuni concerti montati invece secondo il sistema a slancio. In particolare, per quanto riguarda la Valtellina, si può riscontrare, percorrendola da ovest verso est, a partire da Colorina, una progressivo calo dei concerti ambrosiani che lasciano via via il posto a quelli a slancio, fino ad arrivare a Stazzona (ultimo concerto ambrosiano) oltre il quale prevale lo slancio. Una particolarità dell'ambrosiano valtellinense è che, a differenza dell'ambrosiano classico che prevede la numerazione dalla campana più piccola a quella più grande, le campane vengono contate dalla maggiore alla minore (al campanone è quindi sempre assegnato il numero 1); questo probabilmente deriva dall'influenza dello slancio, assente nelle altre zone della Lombardia, che appunto conta le campane in ordine crescente.
Solitamente i concerti montati all'ambrosiana sono intonati secondo la scala musicale maggiore e sono composti perlopiù da 3, 5, 6, 8, 9, 10 o anche di 12 bronzi; in Valtellina e in Valchiavenna, come anche nelle altre aree, la maggior parte dei concerti ambrosiani sono formati da 5 elementi (esempio sono quelli di Morbegno, di Campodolcino, ecc.), seguiti da quelli a 3 campane (come quelli di Selvetta di Forcola e di Andalo Valtellino); più rari sono invece i concerti formati da 6 (gli unici sono a Chiesa in Valmalenco e a Castione Andevenno) e da 8 campane (che si trovano soltanto a Sondrio, a Caspano e a S. Cassiano di Prata Camportaccio).
Le suonate sopra descritte (che possono coinvolgere tutte o parte delle campane) sono in genere eseguite rispettando la scala maggiore (a eccezione delle suonate funebri o penitenziali); per questo alcuni concerti (come quello della Collegiata di Sondrio) sono dotati di una campana semitono che consente di ottenere la scala maggiore anche con le sole 5 campane minori.

Componenti del sistema ambrosiano

  1. Campana
  2. Bocca
  3. Battacchio o Battaglio: asta di metallo appesa all'interno della campana per mezzo di una striscia di cuoio, detta maschereccio. Presenta all'estremità inferiore una sfera, sempre di metallo, che colpisce il bronzo nel cosiddetto punto di battuta.
  4. Maniglie: riccioli bronzei situati sulla sommità della campana che permettono, tramite delle apposite sbarre in ferro e bulloni, di agganciare la stessa al ceppo. L'insieme delle maniglie forma la corona.
  5. Ceppo del sistema ambrosiano: struttura anticamente in legno, oggi in ghisa o acciaio, dotata di perni, a cui viene fissata la campana per permetterne l'oscillazione.
  6. Bocce: pomi (solitamente 3) collocati sulla sommità del ceppo ambrosiano. Oltre ad avere una funzione estetica, contribuiscono ad incrementare il carico del contrappeso.
  7. Scatola dei contrappesi: parte superiore del ceppo adibita a ospitare delle piastre di ferro che bilanciano la campana.
  8. Isolatore: parte in legno che impedisce il passaggio delle vibrazioni prodotte dal suono della campana al ceppo e al castello.
  9. Ruota: può essere posizionata a destra o a sinistra del ceppo ed, in genere, è di raggio pari al diametro della bocca. Nella sua gola scorre la corda (se è manuale) o la catena del motore (se è elettrificata). Può essere singola, quando è solo manuale o solo elettrificata, oppure doppia, quando è sia manuale che elettrificata (in questo viene detta a doppio sistema). Alcune campane manuali di piccola taglia possono presentare, al posto della ruota, una semplice asta orizzontale; in questo caso la campana è detta a mezzo-ambrosiano perchè non può essere tirata a bicchiere con la corda.
  10. Scanalatura per la catena del motore: gola della ruota dove scorre la catena del motore degli impianti automatizzati.
  11. Scanalatura per la corda gola dove passa la corda dei sistemi manuali tirata dal campanaro.
  12. Fermo di arresto: impedisce alla campana di ruotare per più di 180° dalla posizione di riposo (il sistema infatti non prevede una rotazione completa di 360°)
  13. Castello di sostegno: struttura che sostiene le campane (anticamente in legno, oggi costruita in metallo) saldamente ancorata al campanile.
  14. Motore: aziona la catena negli impianti automatizzati.

Per approfondire, leggi la pagina dedicata al sistema ambrosiano nel sito ufficiale dell'Associazione Italiana di Campanologia.

Fonti: